Perchè questo blog?

Questo Blog nasce con lo scopo di cercare di comprendere quegli avvenimenti straordinari o terribili vissuti in Sicilia o in altre regioni o paesi negli ultimi decenni,e per tenere viva la memoria di tutti coloro che hanno dato la propria Vita al servizio del bene comune e della Giustizia. Molti nomi che leggerete probabilmente non li avrete mai sentiti nominare,eppure,come alcune personalità più note,anche loro possono essere considerati degli eroi. Semmai aveste dubbi,domande,segnalazioni o temi da proporre,non avreste che da segnalarli,lasciando un commento sui post oppure inviandomi una mail all'indirizzo paesesenzamemoria@hotmail.it oppure alternativamente a fabiomartignon@hotmail.it Ogni richiesta sarà puntualmente ed attentamente valutata.

giovedì 29 gennaio 2009

IO SO

Nessun giornale,nessun Telegiornale,nessun politico in nessuna intervista. Niente di niente. Tutto doveva passare inosservato,il più in fretta possibile. Così è stato. Nessuno si è reso conto di nulla. A Roma gli studenti stavano in aula a seguire le lezioni:storia,geografia,inglese,francese,economia,scienze politiche,educazione fisica...qualunque cosa,l'importante era che in quel momento nessuno sapesse nulla. Licei,scuole,università piene come sempre,come se nulla fosse,perchè nulla doveva essere e nulla doveva esserci,per nessuno. Nel paese della Corruzione ai massimi livelli(politici e non),nel paese della Seconda Repubblica macchiata e sorta dal sangue di decine,centinaia,migliaia di cadaveri diventati tali dopo aver combattuto per la Giustizia,o perlomeno perchè almeno l'articolo 3 della Costituzione italiana (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali)venisse rispettato da tutti e soprattutto venisse fatto rispettare. Già il fatto che le quattro più "alte" cariche dello stato non possano minimamente essere inquisite è un'azione terroristica nei confronti della Costituzione e dei diritti inviolabili dell'essere umano...ma veniamo alla notizia non notizia,o meglio...veniamo alla notizia storpiata: il giorno 28 gennaio 2009,a Roma,in Piazza Farnese,si è tenuta una pacifica manifestazione organizzata dall' "Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia",a cui hanno preso parte Salvatore Borsellino(fratello di Paolo Borsellino),Sonia Alfano(figlia di Beppe Alfano,giornalista e politico ucciso da Cosa Nostra nel 1993,anno dei grandi attentati mafiosi a Roma,Firenze e Milano),Beppe Grillo,Marco Travaglio,Antonio Di Pietro e tanti altri(questi ultimi tre invitati dall'Associazione,promotrice dell'evento).I telegiornali berlusconiani e non,quindi anche quelli Rai,hanno parlato vagamente di un comizio dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro a piazza Farnese,con la storia inventata dell'Attacco al Capo dello Stato,Giorgio Napolitano,attacco che non c'è stato,perchè riguardante frasi che sarebbero dovute essere valutate nel contesto della manifestazione e degli altri interventi,e non senza un minimo di informazione aggiuntiva. La Politica,i partiti,le istituzioni e quindi,si,anche il Capo dello Stato che non fa nulla per impedire questo teatrino di marionette e burattinai, bloccano,distruggono e ricompongono l'Informazione in base ai propri squallidi e sporchi interessi; Oltre trent'anni fa è avvenuta la cosiddetta "saldatura di interessi" tra mafia e politica,ora invece sembra che la saldatura di interessi avvenga fra destra e sinistra(che controllano gli organi di informazione),e purtroppo spesso non si tratta di interessi del Paese.

Per leggere il testo,o per vedere il filmato,del discorso di Salvatore Borsellino a Roma,cliccare sul link di seguito.

http://www.beppegrillo.it/2009/01/borsellino_piaz/index.html#comments

giovedì 22 gennaio 2009

Il Generale Dalla Chiesa e la Mano Nera della Dc

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa impiegò 10 anni per combattere e sconfiggere un'organizzazione criminale pericolosissima quali furono le Brigate Rosse,ma appena 100 giorni per morire. Venuto a conoscenza dei loschi intrighi e legami che coinvolgevano e pervadevano la Democrazia Cristiana,si recò dal Senatore Giulio Andreotti,dicendogli che “non avrebbe avuto nessun tipo di riguardo nei confronti della sua corrente politica(la Dc appunto)e dei suoi elettori,di coloro che avevano il compito di raccogliere i voti ed il consenso popolare in Sicilia per conto della Dc(cioè Cosa Nostra)”. La risposta,testuale,di Andreotti fu terrificante: “Guardi che un Inzerillo è appena tornato da New York dentro una bara…”. Il riferimento era a Pietro Inzerillo,ritrovato cadavere nel New Jersey(nel bagagliaio di un’auto,con 5 dollari in bocca e 2 dollari sui genitali,simbolo del fatto che si era mangiato troppi soldi spassandosela con le prostitute).Per la cronaca,la famiglia Inzerillo era una delle
famiglie mafiose più potenti,una delle famiglie “palermitane”,assieme ai Bontade,ai Badalamenti,ai Buscetta,che si contrapposero nella seconda guerra di mafia(o nella terza,a seconda che si vogliano distinguere tre guerre anziché due)allo schieramento che alla fine risultò vincente,quello dei Corleonesi,i più feroci e sanguinari,capeggiati da Totò Riina,Bernardo Provenzano e dai Bagarella. Il Generale Dalla Chiesa,il 2 aprile 1982,dopo la terrificante conversazione con Andreotti,inviò una lettera all’allora Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini,scrivendo,testuali parole,che"la corrente democristiana siciliana facente capo ad Andreotti sarebbe stata la famiglia politica più inquinata da contaminazioni mafiose".Un mese dopo,il 2 maggio,Carlo Alberto Dalla Chiesa fu inviato in Sicilia come Prefetto di Palermo,per Combattere Cosa Nostra. Morirà assieme alla giovane moglie,Emanuela Setti Carraro,esattamente 100 giorni dopo,nell’agguato di via Carini,a Palermo,sotto i colpi dei Kalashikov AK-47 dei Corleonesi di Totò Riina e dei Catanesi di Nitto Santapaola [gli esecutori materiali furono,tra gli altri,Nino Madonia(appartenente ad una delle famiglie mafiose più influenti),Calogero Ganci(uno dei maggiori accusatori di Marcello Dell’Utri,quest’ultimo braccio destro di Silvio Berlusconi),e Pino Greco(uno dei soldati più feroci dei corleonesi,fatto uccidere anni dopo da Totò Riina)]. Dopo la strage di via Carini,gli inquirenti,venuti a conoscenza dell’esistenza della lettera inviata da Dalla Chiesa a Spadolini,chiesero all'allora Presidente del Consiglio spiegazioni sui motivi che non permisero di effettuare accertamenti sulle dichiarazioni del Generale.La risposta di Spadolini fu ai limiti della decenza: “…ma io avevo capito famiglie,non famiglia…”. Per farla breve,diciamo che Spadolini preferì coprire la collusione tra la mafia e la politica italiana piuttosto che coprire le spalle al Generale Dalla Chiesa. Poco dopo i funerali,un cronista domandò ad Andreotti se si sentisse in qualche modo in colpa per la morte di Dalla Chiesa,non avendo avuto quest’ultimo particolari misure di sicurezza ed appoggio politico; la risposta del Senatore fu secca: “assolutamente no”. Alla domanda del perché non si fosse recato ai funerali del Generale Dalla Chiesa,della moglie e dell’agente di scorta Domenico Russo,Andreotti toccò il picco più alto di indecenza: “preferisco i battesimi ai funerali..”,testuali parole. Il kalashnikov che uccise Totò Inzerillo e Stefano Bontade fu lo stesso usato dai Corleonesi e dai Catanesi per uccidere il Generale Dalla Chiesa; in quest'ottica la frase di Andreotti a Dalla Chiesa ha un suono profetico e profondamente sinistro.
L'Onorevole Giulio Andreotti,sette volte Presidente del Consiglio italiano e Ministro praticamente di tutto ciò di cui si può esserlo,è stato assolto per reati di mafia dal 1980 in poi(ma solo perchè non sussistevano prove concrete dei fatti,benchè ci fosse quasi la certezza di reato)ma CONDANNATO per il più grave dei reati di stampo mafioso,commesso(e ravvisato concretamente) fino alla primavera del 1980:non favoreggiamento,non concorso esterno,ma ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO,reato poi caduto in PRESCRIZIONE(in Italia la Prescrizione esiste anche per questi reati). Oggi il signor Andreotti Giulio è Senatore a Vita e né lui né il Parlamento italiano se ne vergognano minimamente.

L'auto,crivellata di colpi,sulla quale viaggiavano Dalla Chiesa e la moglie al momento dell'agguato. Si notano i corpi chinati sui sedili anteriori

"Mi mandano in una realtà come Palermo, con gli stessi poteri del prefetto di Forlì... "

Carlo Alberto Dalla Chiesa

mercoledì 21 gennaio 2009

Paolo Borsellino

« L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati. »

Paolo Borsellino, 26/01/1989

venerdì 16 gennaio 2009

Nel cuore delle alghe e dei coralli



"I miei occhi giacciono in fondo al mare, nel cuore delle alghe e dei coralli.
La mafia uccide, il silenzio e l'ignoranza pure"
Peppino Impastato,a Cinisi,sotto la sede di Radio Aut,la radio creata da lui per urlare il suo spirito antimafia sbeffeggiando la mafia di Cinisi,quindi il Boss Tano Badalamenti

sabato 10 gennaio 2009

Ninni è tornato a casa

Quel giorno,il 6 agosto 1985,tornò a casa prima del solito,probabilmente per gustarsi qualche attimo in più in compagnia della sua famiglia.L'Alfetta blindata filò dritta per le vie di Palermo con destinazione via Croce Rossa 81,accostandosi presso il cancello che dava sul cortile dello stabile dove abitava. Sceso dall'auto,non si accorse immediatamente delle losche sagome nascoste dietro i cespugli.Affacciate alla finestra,la moglie e la figlia piccola assistettero all'agguato. I Corleonesi fecero fuoco con i Kalashnikov su tutto ciò che si muovesse,uccidendo l'Ispettore e l'Agente. L'Ispettore si chiamava Antonino Cassarà,detto Ninni,Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato e Vice Dirigente della Squadra Mobile di Palermo; l'agente di polizia si chiamava invece Roberto Antiochia. Cassarà fu uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del "pool antimafia" della procura di Palermo e le sue indagini contribuirono all'istruzione del primo maxiprocesso alle cosche mafiose,grazie al rapporto più completo istituito,da Cassarà stesso,nei confronti di Cosa Nostra,denominato "Michele Greco + 161". Medaglia d'Oro al Valor Civile,in un paese in cui gli stessi che non impediscono gli omicidi e non proteggono coloro i quali hanno il compito di far rispettare la legge e far prevalere la Giustizia,sono gli stessi che poi consegnano medaglie alla memoria senza conoscerne neanche il significato. Ninni Cassarà fu,assieme a Giovanni Falcone,uno degli investigatori più stimati dall'FBI,per le sue grandissime qualità investigative e professionali.Il 17 febbraio 1995, la terza sezione della Corte d'Assise di Palermo ha condannato all'ergastolo cinque componenti della Cupola mafiosa (Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca e Francesco Madonia) come mandanti del delitto.

da sinistra: Ninni Cassarà, Giovanni Falcone, Rocco Chinnìci

venerdì 9 gennaio 2009

La Maledizione AK-47

Letteralmente "Avtomat Kalasnikova obrazca 1947 goda" (dal russo Автомат Калашникова образца 1947 года: fucile automatico Kalašnikov modello 1947),in pratica il fucile mitragliatore più conosciuto al mondo: il Kalashnikov. Nato,secondo fonti russe,da un'idea del sergente Michail Kalashnikov che,durante la seconda guerra mondiale,in un letto d'ospedale dopo essere stato ferito,riflettè sulla possibilità di costruire un'arma a medio-breve gittata che potesse portare la Russia verso la supremazia militare.La Cia considerò la teoria russa come pura leggenda,e l'uso di un eroe di guerra per narrare la nascita di suddetta arma un modo per evocare sentimenti idealistici,nascondendo la verità più ampia della ricerca dell'arma "perfetta" da parte di diversi gruppi armati,molto probabilmente da parte della stessa Unione Sovietica. L'arma ricorda l'StG44,fucile mitragliatore creato dai tedeschi del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale. Il kalashnikov è tuttora adottato da non meno di 50 eserciti regolari e ne sono stati prodotti più di 100 milioni di esemplari. Fucile leggerissimo(3,15 kg,),in teoria capace di sparare oltre 300 colpi al minuto,caratteristico per il caricatore allungato a forma di banana(capacità 30 proiettili). Cosa Nostra ne fece la sua arma prediletta,il suo cavallo di battaglia. Il kalashnikov fu usato da Cosa Nostra per uccidere il Generale Dalla Chiesa,Ninni Cassarà,Pio la Torre;fu utilizzato nella Strage di Viale Lazio,fu usato per uccidere Stefano Bontade e Totuccio Inzerillo,i "padroni" di Palermo. Lo si può ancora oggi acquistare nei paesi più poveri dell'Africa o dell'Asia per meno di 10 dollari,mentre ci sono siti internet e blog che ne esaltano le gesta senza conoscerne la reale entità nello sviluppo sociale(o nel sottosviluppo sociale)che ha causato tale arma. Se si vogliono davvero sconfiggere le organizzazioni criminali mondiali ci si dovrebbe concentrare maggiormente sul traffico internazionale di armi,purtroppo spesso sostenuto dalle entità e dai governi locali.

giovedì 8 gennaio 2009

Il piccolo Di Matteo e i fantasmi di Cosa Nostra

Si chiamava Giuseppe Di Matteo,e quella sera dell’11 gennaio 1996 erano passati 779 giorni da quando era stato rapito. Si sedette sulla sedia vicino alla tivvù. Aveva sonno,ma alla televisione stavano per fare un film che gli piaceva,un film che aveva visto decine di volte,un film che non avrebbe più visto. Giovanni Brusca,il Boss di San Giuseppe Jato,l’uomo che premendo un telecomando fece saltare in aria il Giudice Falcone,diede l'ordine a Vincenzo Chiodo,il proprietario della casa dove era custodito in quel momento Giuseppe,e quest'ultimo lo strangolò e,dopo aver riempito di acido muriatico una bacinella,ce lo sciolse dentro. Giuseppe Di Matteo(nella foto,a cavallo) aveva 14 anni,tutta la vita davanti,ma questo a Cosa Nostra non importava. Era figlio del pentito Santino Di Matteo,e questo bastava,evidentemente! Di solito,nell'immaginario mafioso,donne e bambini non si toccano;questo era ed è sempre stato un principio cardine su cui si è sempre basata la mafia;non solo:prima dei delitti eccellenti e della stagione delle Bombe,mai si era arrivati ad un attacco del genere allo Stato.Il motivo però è semplice:la mafia ha paura,ha paura dei pentiti,ha paura dello Stato,o quantomeno ha paura di quello Stato onesto che non si fa intimidire o piegare da essa,ma che la combatte con tutte le forze. Cosa Nostra non uccide a caso,non compie i delitti per piacere,le costa uccidere,ma lo fa quando non ha alternative possibili,quando è a repentaglio la sopravvivenza stessa dell'Organizzazione.I delitti eccellenti si sono verificati contro uomini che la stavano sfiancando,scomponendola pezzo per pezzo,in sostanza la stavano scoprendo,la portavano in superficie:prima del Maxiprocesso Cosa Nostra era vista da molti come pura fantasia,come un'entità inesistente. E' stato grazie al lavoro di Falcone,Borsellino,Cassarà,Chinnìci,Dalla Chiesa,Montana,Caponnetto,Ayala e tanti altri che tutti i singoli reati commessi da singole persone(aventi legami tra di loro) sono stati giudicati come commessi nell'interesse e per ordine di un'unica entità,un'entità criminale,Cosa Nostra appunto. La sentenza del Maxiprocesso è stato l'atto giuridico che ne ha sancito l'esistenza,l'atto giuridico che ha detto: "si,Cosa Nostra esiste davvero,ora nessuno può più dire il contrario;esiste ed è un'entità,ha tanti corpi ma è allo stesso tempo un corpo unico!" Da quel momento,dal momento cioè che gli uomini di Stato si sono rimboccati le maniche per combatterla,Cosa Nostra ha avuto davvero paura,come mai ne aveva avuta prima,dando inizio alla stagione delle Stragi,seguita da quella dei compromessi con la Politica italiana. Giovanni Brusca nel momento dell'arresto il 20 maggio 1996