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Questo Blog nasce con lo scopo di cercare di comprendere quegli avvenimenti straordinari o terribili vissuti in Sicilia o in altre regioni o paesi negli ultimi decenni,e per tenere viva la memoria di tutti coloro che hanno dato la propria Vita al servizio del bene comune e della Giustizia. Molti nomi che leggerete probabilmente non li avrete mai sentiti nominare,eppure,come alcune personalità più note,anche loro possono essere considerati degli eroi. Semmai aveste dubbi,domande,segnalazioni o temi da proporre,non avreste che da segnalarli,lasciando un commento sui post oppure inviandomi una mail all'indirizzo paesesenzamemoria@hotmail.it oppure alternativamente a fabiomartignon@hotmail.it Ogni richiesta sarà puntualmente ed attentamente valutata.

giovedì 8 gennaio 2009

Il piccolo Di Matteo e i fantasmi di Cosa Nostra

Si chiamava Giuseppe Di Matteo,e quella sera dell’11 gennaio 1996 erano passati 779 giorni da quando era stato rapito. Si sedette sulla sedia vicino alla tivvù. Aveva sonno,ma alla televisione stavano per fare un film che gli piaceva,un film che aveva visto decine di volte,un film che non avrebbe più visto. Giovanni Brusca,il Boss di San Giuseppe Jato,l’uomo che premendo un telecomando fece saltare in aria il Giudice Falcone,diede l'ordine a Vincenzo Chiodo,il proprietario della casa dove era custodito in quel momento Giuseppe,e quest'ultimo lo strangolò e,dopo aver riempito di acido muriatico una bacinella,ce lo sciolse dentro. Giuseppe Di Matteo(nella foto,a cavallo) aveva 14 anni,tutta la vita davanti,ma questo a Cosa Nostra non importava. Era figlio del pentito Santino Di Matteo,e questo bastava,evidentemente! Di solito,nell'immaginario mafioso,donne e bambini non si toccano;questo era ed è sempre stato un principio cardine su cui si è sempre basata la mafia;non solo:prima dei delitti eccellenti e della stagione delle Bombe,mai si era arrivati ad un attacco del genere allo Stato.Il motivo però è semplice:la mafia ha paura,ha paura dei pentiti,ha paura dello Stato,o quantomeno ha paura di quello Stato onesto che non si fa intimidire o piegare da essa,ma che la combatte con tutte le forze. Cosa Nostra non uccide a caso,non compie i delitti per piacere,le costa uccidere,ma lo fa quando non ha alternative possibili,quando è a repentaglio la sopravvivenza stessa dell'Organizzazione.I delitti eccellenti si sono verificati contro uomini che la stavano sfiancando,scomponendola pezzo per pezzo,in sostanza la stavano scoprendo,la portavano in superficie:prima del Maxiprocesso Cosa Nostra era vista da molti come pura fantasia,come un'entità inesistente. E' stato grazie al lavoro di Falcone,Borsellino,Cassarà,Chinnìci,Dalla Chiesa,Montana,Caponnetto,Ayala e tanti altri che tutti i singoli reati commessi da singole persone(aventi legami tra di loro) sono stati giudicati come commessi nell'interesse e per ordine di un'unica entità,un'entità criminale,Cosa Nostra appunto. La sentenza del Maxiprocesso è stato l'atto giuridico che ne ha sancito l'esistenza,l'atto giuridico che ha detto: "si,Cosa Nostra esiste davvero,ora nessuno può più dire il contrario;esiste ed è un'entità,ha tanti corpi ma è allo stesso tempo un corpo unico!" Da quel momento,dal momento cioè che gli uomini di Stato si sono rimboccati le maniche per combatterla,Cosa Nostra ha avuto davvero paura,come mai ne aveva avuta prima,dando inizio alla stagione delle Stragi,seguita da quella dei compromessi con la Politica italiana. Giovanni Brusca nel momento dell'arresto il 20 maggio 1996

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